Pigau de su blog de Vito Biolchini:
Nasce il Comitato Bilinguismu Democràticu: “Basta divisioni sulla lingua sarda, un anno di tempo e troviamo una sintesi”
Alexandra Porcu, Pedru Perra e Oreste Pili presentano Bilinguismu Democràticu. Photo Olliera
E adesso si scateneranno nuove polemiche o il clima si rasserenerà? Il mondo che crede nel bilinguismo deporrà le armi per cercare una sintesi di tante posizioni differenti oppure le posizioni si radicalizzeranno ulteriormente?
Quando si parla di lingua sarda il rischio è sempre quello di scatenare polemiche che poi degenerano in questioni personali difficilissime da superare. Il comitato Bilinguismu Democràticu nasce però con l’intento opposto: aprire una stagione di confronto senza pregiudizi su tutte le posizioni in campo, per provare ad arrivare nel giro di un anno ad una sintesi che poi dovrebbe essere sperimentata nei successivi cinque.
A presentare il comitato (a cui hanno aderito finora una trentina tra sigle e operatori) sono stati stamattina in municipio a Cagliari Pedru Perra, Alexandra Porcu e Oreste Pili. Che hanno mandato alcuni messaggi forti e chiari a chi si occupa di lingua sarda. Il primo: “La Sardegna senza il bilinguismo non va molto lontano. Quindi il bilinguismo deve essere il nostro obiettivo principale, al di là delle divisioni”.
Le divisioni, appunto. Come trovare una sintesi tra chi è per uno standard, chi ne vuole due o chi non ne vuole nessuno? “Parliamone, confrontiamoci”, dice Perra. “C’è chi è favorevole ad uno standard con due norme, chi ad uno con una norma sola, c’è chi ritiene valida la Limba Sarda Comuna adottata dalla Regione e chi la vorrebbe cambiare. Le associazioni e i gruppi che aderiscono al Comitato non hanno una posizione univoca. Quello che proponiamo è un anno di incontri e di valutazioni per arrivare in maniera democratica ad una sintesi che poi può essere sperimentata nei successivi cinque anni. Noi non siamo contro la LSC: il problema è che questo standard, nato in forma sperimentale, in realtà non è mai stato sperimentato e sta andando avanti solo con le risorse della Regione: non va bene. E quando quelle risorse non saranno più a disposizione, cosa succederà?”.
In realtà la Regione la LSC ritiene di averla sperimentata e proprio in questi giorni ha pubblicato sul sito Sardegna Cultura gli esiti del Monitoraggio sull’utilizzo sperimentale della Limba Sarda Comuna, anni 2007-2013, atto preparatorio alla redazione del piano Triennale Linguistico 2014-2016. Un documento che farà discutere e che da conto dell’attività svolta nel territorio con lo standard da più parti contestato.
“Chiediamo che la Regione inizi ad ascoltare tutti, perché per anni chi anche solamente ha espresso qualche riserva sull’operazione LSC è stato ostracizzato”, ha proseguito Perra. “Ci attende un anno di grande lavoro nel quale attiveremo comitati scientifici, coinvolgeremo le università, gli intellettuali, le associazioni, e prenderemo ad esempio le politiche portate avanti dalle altre minoranze linguistiche in Europa”.
Oreste Pili, fondatore del S’Acadèmia de su Sardu, da tempo porta avanti l’idea del doppio standard campidanese/logudorese, “e anche se sono un indipendentista non ritengo che per la Sardegna sia importante avere un solo standard, tanto più se creato in laboratorio. Però se una standard deve nascere, che nasca dal basso e in maniera democratica e non dall’alto come sta avvenendo ora. Non ha senso forzare i tempi e imporre qualcosa che non piace. Se anche dovessero servire vent’anni per trovare una sintesi, prendiamoceli”.
“Vent’anni forse no, ma è chiaro che bisogna prenderci un po’ più di tempo, con la fretta si rischia di pregiudicare tutto”, continua Perra. “Le basi della politica linguistica che oggi in Galles, ad esempio, sta dando frutti sono state gettate nel 1975”.
Il Comitato Bilinguismu Democràticu è pronto ad accogliere ogni posizione. “Sulla LSC io ed OrestePili non abbiamo, ad esempio, la stessa opinione”, spiega Alexandra Porcu, “io voglio la LSC ma la voglio fatta bene, più aperta e democratica”. E Pedru Perra è chiaro: “Siamo pronti ad accettare il risultato di questo confronto. Il bilinguismo viene prima delle nostre divisioni”.
Il dibattito, ancora una volta, è aperto. “Anche perché non è vero che la lingua sarda sta facendo passi in avanti, da otto anni è tutto fermo”, continua Perra. Con la LSC c’è stata una battuta di arresto, prima ai corsi si iscrivevano 50 persone, ora cinque. Gli sportelli linguistici si limitano spesso a tradurre delibere che nessuno legge: a cosa serve? Serve invece un piano per il bilinguismo che non guardi solo al domani, ma soprattutto al dopodomani. Serve sperimentare”.
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