Pasquale Dessanai
(Nuoro, 1868 – Uras, 1919)
P
asquale Dessanai nasce da Luigi Sanna e Mariantonia Nurra Sini. Ecco la prima peculiarità di questo autore, il cognome: perché Dessanai, quando suo padre era Sanna? Sul registro dei matrimoni della cattedrale di Nuoro, compare la grafia Desannai. La parola si potrebbe suddividere in De-sanna-i, come se inizialmente suo padre non l’avesse riconosciuto e l’Ufficiale di Stato civile gli avesse imposto un cognome fittizio, lasciando però una traccia del cognome del padre (De-Sanna-i). Il dubbio rimane. Ciò che è certo è che il progenitore di tutti i Dessanai di Nuoro fu proprio Pasquale.
Purtroppo siamo in possesso di pochissimi documenti riguardanti la sua opera: ci rimangono soltanto 300 versi.
Il suo primo lavoro è il libretto di poesie che Dessanai stampa insieme all’amico Cam, un giovane poeta bittese. Néulas, questo è il nome del libretto, fa emergere i due poeti e comincia a farli conoscere ai lettori di poesia di Nuoro e di tutta la Sardegna, tanto che il giornalista sassarese Stanis Manca, che viveva e lavorava a Roma, chiede a Grazia Deledda, che era in quel momento a Nuoro, di inviargli alcune poesie di Dessanai; e lei:
“Vi scrivo per scusarmi se non v’ho mandato prima le poesie che desideravate leggere del Dessannai. Ve le spedisco insieme a questa. Gliele ho fatte chiedere da un suo professore – ché il Dessannai frequenta la scuola normale – mio amico, perché io non ho con lui relazione alcuna, benché m’abbia già dedicato molti versi, fra cui gli originalissimi che vi unisco: li dedicò a me forse credendo che la voce udita da lui cantare fra i silenzi incantati degli elci illuminati dalla luna, fosse la mia” 16.
Dessanai continua a scrivere sui periodici sardi più importanti del periodo. Le sue poesie vengono pubblicate su “Vita Sarda”, su “Mente e cuore”, su “La giovane penna”, su “La Domenica sarda” e finanche su “Sardegna artistica”, insieme col pittore nuorese Antonio Ballero (Nuoro 1864-Sassari 1932) che comincia a lavorare insieme a Pasquale dal 1893.
Pasquale Dessanai fu un antimonarchico, socialista. E il 29 di luglio del 1900, per aver osato scrivere versi inneggianti all’omicidio del re Umberto I a Monza (Un’arma a due punte è un grande terrore. / Con una si lacera ai poveri il cuore, / con l’altra si taglia la gola dei re! / Ben morto il re!) viene anche arrestato.
Dessanai è stato un grande innovatore della poesia in lingua sarda della fine dell’800 e dei primi del ‘900. Cominciò a scrivere da giovane seguendo il sentiero della tradizione logudorese, che utilizzava il logudorese illustre, la lingua poetica della tradizione (anche abbellita da qualche lemma letterario italiano), una lingua che si poneva sopra le parlate locali, compresa da tutti e utilizzata dalla maggior parte dei poeti del capo di sopra già dal 1500. Con la maturità comincia a sperimentare, allontanandosi gradatamente dalla “lingua alta” e utilizzando sempre di più il nuorese, la sua lingua di latte, una parlata più confidenziale, priva di tradizione letteraria.
MALINCONIA
Est notte, ma su chelu est istelladu,
pioen sos rajos de sa luna piena…
appassionada mandat Filumena
un innu de amore a su criadu…
ma pro itte duncas frittu e angustiadu
proat su coro meu forte pena?
Ma pro itte ista notte in donzi vena
su sámbene m’iscurret agitadu?
No isco. Ma crudele est s’agunia
chi sempre mi cunsumit, sa tristura
mi turmentat continu, amada Lia!
Non dormo un’ora sola, appo paura,
ispásimo, frastimo, né allegria
dare mi podet sa tua ermosura!
Condividi